La playlist della giornata di merda

Lieve, necessaria premessa.
GDM: Giornata Di Merda.

La prima scelta errata della giornata di merda per antonomasia, si rivela quella che abbiamo preso nel momento in cui abbiamo deciso di alzarci dal letto: con un sacco di probabilità, il tepore ammantato della nostra trapunta di fiducia, avrebbe parato tutto quel… fango.
Eppure ci siamo: la camera da letto è ormai un fievole ricordo e noi siamo in balia di tutti quegli obblighi morali che spacciamo per decisioni, per sentire l’altrettanto fievole brivido di avere ancora uno spicchio di controllo sulla nostra esistenza.
SPOILER: molto spesso, la vita, non è altro che una maratona pomeridiana di The Sims dove, i giochi, sembrano essere gestiti da un adolescente sdentato annidato nel buio della sua cameretta.
Questa è la definizione nerd della nostra giornata di merda: non importa quanto gli ultimi brandelli di positività cerchino di deviare il burrone, l’adolescente sdentato andrà a costruire delle pareti attorno al nostro Sim dell’Esistenza e lo guarderà soccombere.
Alla giornata di merda.

Considerazioni elettroniche a parte, la GDM è una matrioska russa che cela tanti spicchi, tanti livelli, tante facciate.
Lo strato superficiale è la custodia degli episodi basic: chiavi dell’auto che cadono a 0,5 mm da un tombino, pozzanghere create ad arte per le vostre Vans e volatili con improvvisi attacchi intestinali sul vostro parabrezza.
Man mano che la nostra matrioska dalle guanciotte rosse si scompone, arriviamo al cuore della GDM dove le chiavi dell’auto sono ornamento dell’abitazione di qualche topo nell’impianto fognario, le vostre Vans un ricordo e i volatili mettono addirittura fine alle loro esistenze dritti sui vostri finestrini, come nei più demoniaci indici di possessione.

Ebbene sì, anche la GDM prevede una fine, nonchè una durata statica di ventiquattro ore: voi siete quasi sopravvissuti.
Manca il viaggio in auto che, con grazia e speranza, dovrebbe allontanarvi dalla fonte delle radiazioni tossiche che avete respirato nel corso della giornata.
Sia che si tratti di lavoro, di situazioni familiari, sentimentali, amorose o di una macumba con il vostro nome e cognome inciso sopra, state per apprendere il motivo per cui, nel 1992, i REM hanno pubblicato Everybody Hurts: per questo momento.
Per il momento in cui, freno a mano libero nel vento e prima inserita con rancore, la vostra giornata di merda sta per spegnersi ma lo sconforto che vi ha causato arde nel vostro stomaco.
Volume 35 che, per gli indici dell’autoradio della mia Ypsilon, rasenta il massimo.

Ci sono canzoni che sembrano coniate per la delusione che avete ricevuto in pieno volto, per il merito che non vi è stato riconosciuto, per le chiavi dell’auto nell’impianto fognario di una cittadina di provincia: sono tutte qui.

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